E’ decisamente particolare inaugurare la prima news dell’Archivio Fabio Fabbi con questo macabro tema. Anche se conosco un paio di amici studiosi che sarebbero molto contenti, come l’esimio R.M. o E.B.
Il lettore dunque mi voglia scusare, ma contrariamente a quanto affermano molte pubblicazioni, siti internet (e chi dice la data giusta non cita le fonti), Fabio Fabbi non morì nel 1946.
Alcuni affermano che passò a miglior vita a Bologna, altri a Casalecchio di Reno, alcuni improvvisano un settembre 1946, altri ottobre 1946. Ormai è il toto scommesse dei defunti, e immaginiamo che Fabbi sia lì a ridere di tutto questo misunderstanding.
Come sempre, sono le fonti a mettere d’accordo tutti. E’ bastata una visita in Certosa di Bologna, e dando un’occhiata al permesso di seppellimento finalmente si respira aria di verità.
Riportiamo l’intera citazione:
«L’atto di morte inscritto in questi registri al progressivo n. 2777 parte prima del corrente anno, dal quale risulta che il giorno 24 del mese di settembre dell’anno 1945 alle ore 9 nella casa N. 39 via Fondazza posta nella parrocchia di questo Comune è morto Fabio Prof. Fabbi figlio del fu Giuseppe e della fu Negri Emilia, nato a Bologna, dell’età di 84 anni, di condizione pittore, di stato civile marito di Giribau Maria. […] la morte è avvenuta per broncopolmonite insuff. cardiaca».
Risolto ogni dubbio ci viene in aiuto la tomba dello stesso pittore.

Ecco qui. Non sappiamo perchè si creò il mito della morte del pittore nel 1946, ma già alcune pubblicazioni degli anni Cinquanta riportano la data sbagliata. Possiamo ipotizzare che la causa fu un problema di registrazione nell’immediato periodo post-bellico.
A ottobre uscirà il catalogo della mostra monografica Fabio Fabbi (1861-194…….5 -ci siete cascati eh?-). Il viaggio dell’anima e finalmente risistemeremo anche sulla carta questo piccolo errore matematico.
Intanto questo. Voi che ne pensate? Può essere una ricostruzione convincente?
Lasciate qualche commento con anche dubbi o considerazioni, io e Fabio Fabbi saremo felici di ragionare con voi attraverso le fonti.
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dott. ssa Francesca Sinigaglia – storica dell’arte