Amata da molti bolognesi, illustrata da altrettanti artisti, Casalecchio di Reno è sempre stata una meta turistica dal fascino di fine secolo.
Dopo aver vissuto tra Bologna e Firenze per gran parte della sua vita, Fabbi si trasferì a Casalecchio di Reno nel 1937, nella zona della Fondazza, oggi non più esistente.
La Fondazza era infatti uno storico quartiere casalecchiese raso al suolo durante la seconda guerra mondiale che si trovava dove ora ci sono via Mazzini, Piazza Stracciari e i giardini “Carlo Venturi”.
Altri fecero una scelta simile, come Augusto Majani che abitò a Casalecchio dopo il raggiungimento della pensione per limiti d’età presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Fabbi si godette davvero la vita a Casalecchio, trattandola artisticamente al pari di una delle sue mete estive predilette, come nei suoi viaggi toscani a Livorno o a Pisa. Egli dedicò ad essa diversi brani nostalgici come la Chiusa, o le bagnanti che durante l’estate allietavano i loro pomeriggi presso le sponde del Reno.


«Accostabile ai periodi estivi è Bagnanti al lido (Casalecchio) che stupisce per l’immediatezza del tratto e la verità con cui l’artista fa colloquiare i tre giovani in primo piano, rilassati nella quiete dei ciottoli del Reno, e allo stesso tempo la maestria con cui descrive i dettagli come la sedia sdraio gialla a righe arancioni e i tocchi di colori sul vestito svolazzante della donna sulla destra». (F. Sinigaglia)
Ma il legame tra Fabbi e Casalecchio si palesa anche nelle testimonianze pittoriche sacre di commissione pubblica della chiesa di San Martino. Prima di trasferirsi a Casalecchio, la residenza di Fabbi a Bologna era in via Audinot e la sua parrocchia era San Paolo di Ravone (per cui realizzò una pala d’altare e alcuni presepi). Dopo il 1937, la parrocchia di riferimento per Fabbi a Casalecchio fu San Martino inaugurata proprio quell’anno.
Fabio Fabbi, San Giovanni Bosco, 1941
Fabio Fabbi, Santa Rita da Cascia, 1944
«Chiudono idealmente il ciclo pittorico di Fabbi le due pale della chiesa di San Martino a Casalecchio di Reno, una del 1941 rappresentante Don Giovanni Bosco tra i bambini e la Santa Rita da Cascia, realizzata nel 1944 l’anno prima della morte. Le opere furono donate dall’artista stesso alla chiesa, che era stata edificata su progetto dell’architetto Collamarini, poi ultimata da Luigi Saccenti e inaugurata nel 1937. Nel primo è da rilevare l’immediatezza con cui l’artista rende i teneri visi dei bambini, ma anche l’affetto autentico degli sguardi dei piccoli che circondano Don Bosco. Nel secondo torna in primo piano il particolare del tappeto di rose, ora attributo tipico della Santa e non più estroso vezzo femmineo scelto dall’artista per numerose sue opere». (F. Sinigaglia)
Fabio Fabbi, artista eclettico e di elevato spessore internazionale, dall’Egitto a Varsavia, da Parigi a Firenze, seppur negli ultimi anni della sua vita (1937-1945) portò rinnovamento anche nel piccolo borgo di Casalecchio, dialogando ad alti livelli con le realtà tipiche del luogo.
Dott.ssa Francesca Sinigaglia
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