Fu De Gubernatis il primo a citare l’album di ricordi che Fabbi fece pubblicare da Alinari appena tornato dalla peregrinazione egiziana del 1886. L’album dal titolo Egitto, ricordi di F. Fabbi, è conservato presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze e una copia è da poco integralmente custodita presso l’Archivio Fabio Fabbi.
Esso contiene sedici illustrazioni che raffigurano attimi in presa diretta dell’esperienza nel Mediterraneo, presso Alessandria, nelle strade del Cairo fino alle Piramidi, dell’umanità che l’artista ebbe modo di incontrare.
I volti dei beduini, delle donne con il velo, dei santoni, costituiscono un saggio documentaristico inedito e rappresentano il punto zero da cui egli partì per costruirsi la fama di sapiente orientalista.
La vita e i luoghi che più lo colpirono e gli rimasero nell’anima; nei disegni di Ricordi si scopre già l’intero universo di Fabbi, sviluppato poi negli oli con un gusto eclettico e borghese.
Ne Il cavaliere si ritrova l’energia e la potenza atmosferica della vastità del deserto, che comprime ogni essenza, così come la giovane portatrice di vasi della carta 8 ispira l’Araba che si aggira per i mercati cittadini e chiosa il Vasaio delle collezioni di Arte Moderna di Palazzo Pitti.
Ricordi indelebili nell’esperienza del Fabbi che tornarono continuamente ad influenzare le sue tele: spicca tra tutti la carta 6 dove una esuberante figura volteggia tra le note dei suonatori di tamburi, immagine primigenia di tutte le danzatrici del ventre che Fabbi confezionerà in futuro.
Dunque è giusto approcciarsi all’album eliminando ogni tipo di convenzione e schema, con occhi ingenui, come lo sguardo di Fabbi che nel 1886 vide comparire davanti a sé per la prima volta quelle visioni, quei mondi altri che lo cambiarono nel profondo.
Così in punta di piedi, come la sensuale ballerina disegnata da Fabbi, lo spettatore potrà calarsi nell’assoluto dell’artista, scoprendo l’incredibile cangianza di colori che lo accolsero, saggiando gusti e profumi, fino a percepirne interamente i segreti.
dott.ssa Francesca Sinigaglia
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